lunedì 30 gennaio 2012

Multatemi se sbaglio.

Tutte le volte che lasciamo l'auto in divieto di sosta al nostro ritorno ci avviciniamo lentamente guardando con diffidenza il parabrezza finchè non capiamo se sotto le spazzole del tergicristalli la multa c'è o no.

Ogni volta che il parabrezza rimane intonso un sospiro di sollievo ci pervade e noi possiamo affrontare il resto della giornata leggeri e spensierati.


Peccato che non è così che andrebbe affrontata la cosa perchè ogni volta che uno di noi commette un'infrazione dovrebbe pagarne le conseguenze e in un paese civile se pretendiamo che le regole vengano rispettate da tutti ci vorrebbe non solo la certezza della pena ma anche la certezza della multa.

Invece vivo in una città, Voghera per la precisione, dove il Comune ha deciso per snellire il traffico di mettere in un paio di punti dei divieti di sosta e fermata che non solo non vengono puntualmente rispettati dagli automobilisti ma non vengono nemmeno presi in considerazione dai vigili, che infatti non multano nessuno o quasi.

Questo comportamento non solo è nocivo nei confronti di chi sbaglia perchè non impara a rispettare le regole ma è dannoso anche per chi le regole le rispetta e si sente un cretino in un paese di furbi mentre dovrebbe sentirsi un cittadino rispettato.

Non è Voghera ad essere anomala ma è tutto il sistema ad essere in errore tanto che sul Fatto Quotidiano Marco Ponti, docente di economia dei trasporti, ha dichiarato: “L’Economist ha definito Milano la capitale mondiale della doppia fila e ancora in città hai quasi la certezza di non prendere multe. Sono andato a Los Angeles e ho parcheggiato in una strada secondaria deserta dove non c’era anima viva. Sono stato lontano dieci minuti e tanto è bastato per beccarmi la multa. E lì ho scoperto che vige la certezza della sanzione”
Peccato che da noi non sia così e si vive sempre di multe date con discrezione, di richieste di grazia e di clemenza come se chi si è scolato mezza bottiglia prima di guidare dovesse proprio farlo, come se festeggiare il compleanno dell'amico sia un'attenuante valida per rischiare di fare un frontale, come se il fatto di bloccare la strada "solo" per 10 minuti alla fine non sia un vero intralcio alla circolazione e che prima di schiacciare sull'acceleratore nessuno si ricorda che con la patente ci lavora salvo poi piagnucolarlo all'agente di turno per cercare di commuoverlo.

Tutti o quasi quando vengono multati non pensano che il vigile/carabiniere/poliziotto di turno sta solo facendo il proprio lavoro ma sono convinti di essere vittime di un complotto sadico e malefico e non pensano nemmeno che basterebbe non sgarrare per non incorrere nella punizione.


Ogni multa su un parabrezza, ogni patente tolta per l'alcooltest o per eccesso di velocità dovrebbe rappresentare un trionfo della democrazia e di uno stato funzionante che colpisce ed educa chi non rispetta le regole e fa vivere sereno chi le rispetta.

Quindi tutti noi avvicinandoci alla nostra auto parcheggiata selvaggiamente in divieto di sosta, magari rubando il posto a chi ne avrebbe più diritto, dovremmo sperare in fondo di trovare un fogliettino giallo sapendo che è il segno che viviamo in un paese civile.

giovedì 5 gennaio 2012

Boicottiamo OMSA. Quando il consumatore diventa consapevole

In questi giorni di inizio anno è nata una protesta sul web a causa della decisione del gruppo industriale Golden Lady di chiudere, nonostante i buoni profitti, lo stabilimento OMSA di Faenza per trasferire la produzione vicino a Belgrado, dove una lavoratrice costa 300€ in meno rispetto all'Italia. In Serbia il gruppo ha già 3 stabilimenti con 1900 dipendenti. (fonte Business Online)


Così dal mese di Marzo i 239 dipendenti, per lo più donne, al termine della cassa integrazione saranno licenziati, da qui l'idea della protesta "Boicottiamo OMSA", ovvero l'invito a non comprare prodotti del gruppo Golden Lady, per la precisione i marchi: Golden Lady, Omsa, Sisi, Filodoro, Philippe Matignon, NY Legs,Hue e Arwa.

La protesta è presente anche su Facebook con una pagina dedicata: BOMSA-Boicotta Omsa.

Questa potrebbe essere per la prima volta una presa di coscienza da parte del consumatore italiano nei confronti di quelle aziende che non si comportano nel migliore dei modi. Come decidiamo di spendere i nostri soldi può influenzare non solo l'economia ma anche la politica e la vita delle persone, punendo chi si comporta male(sfruttamento, inquinamento, violazione dei diritti) e premiando le aziende virtuose (investimenti nel territorio, sostenibilità ambientale) possiamo fare attivamente qualcosa per migliorare la situazione.

Si può fare anche nella spesa di tutti i giorni boicottando chi non emette scontrino, perchè non aiuta e non partecipa alla collettività pagando le tasse, o chi ha dipendenti in nero o sfruttati.

Ecco un link dove trovare aziende poco meritevoli: http://www.unpodisinistra.it/boicot.html, ma basta cercare su google per trovare i buoni e i cattivi fra le aziende e le multinazionali e avviarsi verso uno stile di vita e di acquisto più consapevole.


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