giovedì 5 gennaio 2012

Boicottiamo OMSA. Quando il consumatore diventa consapevole

In questi giorni di inizio anno è nata una protesta sul web a causa della decisione del gruppo industriale Golden Lady di chiudere, nonostante i buoni profitti, lo stabilimento OMSA di Faenza per trasferire la produzione vicino a Belgrado, dove una lavoratrice costa 300€ in meno rispetto all'Italia. In Serbia il gruppo ha già 3 stabilimenti con 1900 dipendenti. (fonte Business Online)


Così dal mese di Marzo i 239 dipendenti, per lo più donne, al termine della cassa integrazione saranno licenziati, da qui l'idea della protesta "Boicottiamo OMSA", ovvero l'invito a non comprare prodotti del gruppo Golden Lady, per la precisione i marchi: Golden Lady, Omsa, Sisi, Filodoro, Philippe Matignon, NY Legs,Hue e Arwa.

La protesta è presente anche su Facebook con una pagina dedicata: BOMSA-Boicotta Omsa.

Questa potrebbe essere per la prima volta una presa di coscienza da parte del consumatore italiano nei confronti di quelle aziende che non si comportano nel migliore dei modi. Come decidiamo di spendere i nostri soldi può influenzare non solo l'economia ma anche la politica e la vita delle persone, punendo chi si comporta male(sfruttamento, inquinamento, violazione dei diritti) e premiando le aziende virtuose (investimenti nel territorio, sostenibilità ambientale) possiamo fare attivamente qualcosa per migliorare la situazione.

Si può fare anche nella spesa di tutti i giorni boicottando chi non emette scontrino, perchè non aiuta e non partecipa alla collettività pagando le tasse, o chi ha dipendenti in nero o sfruttati.

Ecco un link dove trovare aziende poco meritevoli: http://www.unpodisinistra.it/boicot.html, ma basta cercare su google per trovare i buoni e i cattivi fra le aziende e le multinazionali e avviarsi verso uno stile di vita e di acquisto più consapevole.


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